Quando cambiare stufa a pellet?
Quando cambiare la stufa a pellet? Non c’è un momento particolare che sia valido per tutti. C’è chi può decidere di cambiarla per questioni di necessità, altri per una urgenza, altri ancora per questioni legate ad opportunità più favorevoli.
Si parla di urgenza soprattutto quando si presentano improvvisi malfunzionamenti o rotture. In questo caso vi sono diversi campanelli d’allarme a cui prestare attenzione per comprendere se la propria stufa a pellet, utilizzata per il riscaldamento dell’ambiente domestico, debba essere riparata o addirittura cambiata con una stufa nuova. Come dicevamo all’inizio non è detto però che debba verificarsi sempre e solo un guasto per la sostituzione della stufa a pellet. Ci sono altre motivazioni legate a nuove opportunità che possono spingere a prendere una decisione importante a puntare su prodotti più avanzati a livello tecnologico e più efficienti. Oppure si può voler usufruire di alcuni incentivi economici messi a disposizione dallo Stato.
In merito alle motivazioni legate a vere e proprie necessità possiamo dire che a volte succede che dopo l’acquisto della stufa ci si accorge di aver bisogno di un prodotto più potente e capace di scaldare più ambienti o la si vuole spostare in un’altra stanza e si ha bisogno di una stufa più potente ed efficiente.
Quando cambiare la stufa a pellet: i campanelli d’allarme a cui fare attenzione
Quando cambiare la propria stufa a pellet? In caso di malfunzionamento o di possibile rottura ci sono alcuni campanelli d’allarme a cui fare attenzione. Quali?
- Difficoltà nell’accensione
- Puzza di bruciato
- Rumori anomali
- Auto-spegnimenti improvvisi
- Problemi alla scheda elettronica
- Difetti e problemi nei comandi elettronici
I problemi da fronteggiare possono essere numerosi. Se vi sono difficoltà nell’accensione della stufa elettrica la colpevole potrebbe essere la candeletta ovvero la particolare resistenza elettrica che riscaldandosi innesca l’accensione.
In caso di odori e rumori anomali, invece, i danni potrebbero essere nel motore elettrico, nella ventola d’aspirazione oppure nella ventola tangenziale che espelle l’aria calda all’esterno. Così come nel caso precedente, anche in questa precisa occasione occorre chiamare un tecnico specializzato per eseguire tutti i controlli del caso e comprendere se sia possibile la riparazione o se occorra una vera e propria sostituzione dell’intera stufa a pellet.
I problemi elettronici alla scheda o ai comandi possono oltretutto causare ulteriori malfunzionamenti. In questi casi si può optare per il cambiamento dei pezzi difettosi o, anche in questo caso, per la sostituzione.
Cosa valutare in questi casi? A far la differenza è sempre il prezzo. Se cambiare le componenti danneggiate viene a costare più di una stufa a pellet nuova, conviene scegliere di cambiare la stufa piuttosto che le componenti rotte o malfunzionanti.
Stufa a pellet, quando cambiarla? I vantaggi economici e gli incentivi
Potrebbe essere vantaggioso cambiare la stufa a pellet anche se funzionate se si trovano modelli più avanzati e capaci di far risparmiare per quanto riguarda i consumi oltre che aiutare a rispettare maggiormente l’ambiente.
Altri motivi per cambiare la stufa a pellet? Vantaggi economici e incentivi statali. Quali?
- Conto termico ovvero l’incentivo erogato dal Gestore Servizi Energetici che finanzia la sostituzione di apparecchi obsoleti con caldaie e stufe a pellet tecnologicamente all’avanguardia. L’incentivo copre fino al 65% delle spese sostenute per l’acquisto, l’installazione e l’eventuale trasporto.
- Bonus ristrutturazioni o ecobonus: vi è la possibilità di portarsi in detrazione, all’interno della propria dichiarazione dei redditi, rispettivamente il 50% o il 65% della spesa sostenuta da recuperare in 10 rate annuali.
- Superbonus 110%. L’incentivo permette di ottenere un’agevolazione per l’acquisto di impianti a biomassa, tra i quali la stufa a pellet per sostituire un precedente impianto di climatizzazione invernale. L’intervento rientra tra quelli trainanti, ovvero principali, e può essere eseguito da solo a patto che comporti un miglioramento delle prestazioni energetiche pari a minimo 2 classi. I massimali di spesa sono pari a: 30.000 euro per gli immobili unifamiliari o unità funzionalmente indipendenti; 20.000 euro, da moltiplicare per ogni appartamento, per i condomini che contano fino a 8 unità immobiliari; 15.000 euro, da moltiplicare per il numero delle unità, per i condomini composti da più di 8 unità abitative. In questo caso ci si può detrarre il 110% della spesa sostenuta, in cinque anni, ma si può optare anche per lo sconto in fattura o addirittura per la cessione del credito.
1 Comment
[…] Leggi anche >> Quando cambiare stufa a pellet? […]